OLMO AL BREMBO, CROCEVIA ALTOBREMBO

La partenza

Dal Municipio (m 550; parcheggio) si percorre verso Nord la strada provinciale, qui Viale Roma, sino a raggiungere il Ponte Vecchio di Olmo, per secoli cruciale snodo viario dell’Alto Brembo Occidentale. Oggi la sua sagoma è quasi nascosta dai più recenti e ampi ponti costruiti all’avvio delle carrabili per Averara e Mezzoldo, il primo risalente al 1935 e il secondo al 19678, che hanno profondamente ridisegnato l’antica trama viaria. In precedenza la strada per Averara e Mezzoldo si diramava oltre il ponte (come ancora evidenziato dalle lapidi viarie collocate sul muro orientale della Chiesetta di S. Rocco e sotto il vicino portico), che costituiva perciò un punto di passaggio obbligato e facilmente controllabile. Anticamente era infatti dotato di un portone con torretta che vegliava e chiudeva l’accesso verso Olmo, cui faceva seguito un’alta torre ergentesi tra le case porticate.

Strategico punto d’incontro di valli e strade

Dal ponte si sottopassa verso sinistra uno dei pochi tratti porticati rimasti, per poi traversare la strada provinciale e raggiungere la Chiesetta di S. Rocco, già citata nel 1587. Al suo interno spicca la pala di Fabio Ronzelli con la Madonna e i santi Rocco e Sebastiano, di particolare interesse perché raffigurante il borgo di Olmo nell’assetto seicentesco. Pianeggiando lungo Via Portici ci si porta nella parte occidentale dell’abitato, che nella sua struttura urbanistica e in molti particolari edilizi dice di un passato importante e florido dovuto ai transiti e agli scambi portati dalle strade che raggiungevano i valichi di Verrobbio (un tempo detto Passo di Morbegno) e S. Marco (un tempo detto Colmo di Albaredo) e che qui convergevano unendosi a quella proveniente dalla bassa valle. A un evidente bivio si tiene a destra e in breve ci si porta fuori dalle case, presso la riva sinistra del Torrente Acqua Nera, ove una bella mulattiera mena a un ponticello grazie a cui si guadagna la riva opposta. Qui si trascura il tracciato che a destra conduce alla Val di Guéi e a S. Brigida per quello che a sinistra porta a Cugno basso (segnavia CAI 105 e Olmo al Brembo 1) tagliando in dolce saliscendi la ripida pendice. Poco prima di uscire dal bosco si incrocia il sentiero proveniente dai prati di Tèi (Tiglio) e da Cugno di sopra, che unitamente al nostro cala in breve a Cugno di sotto (o Inferiore; m 550), strategicamente raccolto sulla dolce appendice meridionale del Monte Caravino, alla confluenza del Torrente Stabina nel Brembo. L’antico toponimo “Cunnio”, citato in una pergamena del 1194, ben descrive il sito, letteralmente “incuneato” tra i due corsi d’acqua. Anche qui la viabilità ebbe un ruolo importante: la strada della Val Stabina s’avviava infatti tra queste case e in particolare dal Ponte vecchio di Cugno, che tutt’oggi scavalca il Brembo laddove l’alveo si fa più stretto e roccioso. L’itinerario prosegue alla volta di quest’ultimo, traversando la S.P.6 e lasciando sulla sinistra il ponte nuovo, costruito  solo nella seconda metà degli Anni Sessanta del Novecento. Lungo Via Bortolo Belotti si fronteggia Palazzo Guarinoni, dotato di un bel portale e di una facciata decorata in stile barocco ove spiccano un’Annunciazione e lo stemma dei Guarinoni, per poi raggiungere l’antico ponte in pietra e la riva sinistra del fiume, ove si ritrova Viale Roma. Seguitolo per pochi metri verso sinistra, lo si attraversa per imboccare sul lato opposto la bella mulattiera che s’avvia tra due case e sale lesta il pendio boscato, sino a sbucare sulla strada di Frola (m 580).

 

Sull’antica strada di valle

Con bella vista sull’abitato e in particolare su Cugno Inferiore, si cala ora verso Nord, in direzione della Chiesa parrocchiale e del Centro sportivo comunale, seguendo quello che un tempo era l’antico tracciato della “strada di valle”, ovvero “Via Mercatorum”. Antecedentemente alla Priula, che alla fine del Cinquecento forzò e sottopassò la «Corna di Frolla», ovvero la parete rocciosa sottostante la contrada Frola, la strada saliva infatti alle case e al pianoro di Frola, donde con graduale traverso discendente raggiungeva il Ponte di Olmo. Il vecchio percorso pedonale ricompare sulla destra subito dopo il cimitero, ove dopo un ultimo breve tratto rettilineo compiva un’ampia curva verso monte. Lo seguiamo retropassando il Centro sportivo, tra alti muri in cemento, profondamente rimaneggiato dai recenti interventi edilizi. Presso l’incrocio con la mulattiera proveniente da Piazza Brembana si ritrova l’antico sedime, che oggi come secoli fa scende tra le case all’imbocco dell’antico ponte sul Brembo. Siamo di nuovo sulla provinciale, che ora seguiamo verso sinistra alla volta del Municipio, ove l’itinerario si conclude.

 

L’ex segheria e la parrocchiale

Lungo quest’ultimo tratto spiccano gli edifici dell’ex Segheria Pianetti e della Chiesa parrocchiale, sui lati opposti della strada. Il primo, a ridosso del fiume, è oggi sede dell’infopoint dell’Alto Brembo Occidentale, dopo essere stato mulino, segheria e centrale idroelettrica. La seconda, già citata nel 1342, sorge in posizione rilevata di fronte al Municipio, laddove il pendio presenta una blanda costa, ed è dedicata a S. Antonio Abate. L’edificio presenta una caratteristica doppia facciata: all’attuale, novecentesca e volta a Sud-Ovest, si accompagnano infatti ai resti di quella settecentesca, sul lato Nord-Ovest, che rivelano le contenute dimensioni della vecchia chiesa e il suo orientamento ortogonale rispetto alla nuova, con l’abside che volgeva a levante.