Itinerari – Storia&Cultura “L’anello del Pizzo di Cusio e la Via del Ferro”

Tempo di percorrenza: h 3,30-4,00 circa
Dislivello in salita: m 405 circa
Quota massima: m 1.233 (Colle della Maddalena)
Difficoltà: E (Escursionisti)

La partenza

Da Piazza della Vittoria, tra il municipio e la chiesa parrocchiale, (m 1.035, parcheggio), si va in piano lungo Via Roma raggiungendo in breve lo slargo posto al margine occidentale dell’abitato, ove convergono le vie Maddalena e Centrale.

Volendo è possibile giungervi lungo quest’ultima, che corre a monte di Via Roma, facendo così visita all’antica casa dei Rovelli, una famiglia di intarsiatori che operò in Valle Brembana tra il XVII e il XVIII secolo.

Lungo la Via del Ferro

Dallo slargo, in posizione un po’ nascosta, prende le mosse la bella mulattiera gradinata che sale accanto al torrente e, dopo avere incrociato la carrabile per i Piani dell’Avaro e scavalcato nella parte alta il corso d’acqua (ponticello), in circa 30 minuti guadagna il panoramico Colle della Maddalena, ove sorge l’omonimo antico oratorio (m 1.233). Questa sella, in dialetto indicata come La Còla de Cus, era un cruciale punto di passaggio del tracciato alto della Via del Ferro, che collegava l’alta Val Brembana alla Valtellina e alla Valsassina passando per Averara, Cusio, Ornica e Valtorta.

Dalla chiesetta (indicazioni) si segue per un breve tratto il bel sentiero alberato che corre in piano lungo la costa per poi piegare a destra (indicazioni) e discendere tra prati e boschi la Valle della Cola, in direzione di Ornica.

Superati alcuni impluvi e trascurata la mulattiera che a sinistra, all’altezza di un tornante, raggiunge la località Pusnèi, si traversa la valle e si raggiungono i prati delle Taine, ove si incrocia il più evidente tracciato che corre sul lato sinistro della Val Salmurano.

Un bella discesa mena in breve alla contrada Rasega di Ornica, toponimo che rammenta la remota presenza di una segheria idraulica, ove all’altezza del lavatoio coperto si lascia la larga mulattiera diretta verso l’omonimo ponticello in pietra e il centro del paese per imboccare quella, più stretta, che a sinistra s’avvia verso i Pianoni (segnavia CAI 105).

Verso i Pianoni

Retropassate alcune case in breve si raggiunge e si scavalca il Canal de la Dasa, da dove si rimonta in direzione Sud l’erto pendio sino a guadagnare la radura della Baita Runcal bas.

Il sentiero sale ora più gradualmente e supera la grande faglia posta tra le antiche e scure rocce permiane e la chiara dolomia triassica.

Il cambiamento geologico è palesato anche dalla Corna Bianca, una bella parete rocciosa che compare a monte del sentiero poco prima dell’arrivo al caratteristico torrione dolomitico della Pizzarèla, dal quale si gode un bel panorama su Ornica.

Con un lungo traverso in falsopiano, su sentiero sempre ben evidente, si percorre il fianco occidentale del Pizzo di Cusio, con belle vedute sulle valli di Ornica e Stabina.

Si supera così il dosso della Tinusèla e l’inciso e detritico Vallone dei Cantoncelli (Cantunscèl; resti di “calchéra”) per poi raggiungere i prati abbandonati dei Pianoni (m 1.070), cinti da caratteristici muri a secco.

Il sito, suggestivo e isolato, è un balcone naturale sulla Val Torta (o Stabina), donde le ipotesi di una sua funzione difensiva.

Dal margine della radura si sale subito a sinistra (indicazioni), bordando il muro in pietra e godendo di spettacolari vedute sulla Val d’Inferno e il Pizzo dei Tre Signori, sino a raggiungere l’apice della chiarìa prativa e poi una sorta di colletto, ove il sentiero si spiana e offre una panoramica visione sul tortuoso solco della valle, appunto per questo della “Torta”.

L’Oratorio di S. Giovanni Battista

Un nuovo lungo traverso in falsopiano taglia il magro versante meridionale del monte e raggiunge, ormai in comune di Cusio, l’Oratorio di San Giovanni (m 1.123; area di sosta e fontana).

Le pendici più assolate del Pizzo di Cusio sono caratterizzate dalla presenza di numerosi incolti erbacei, che con grande fatica il carpino nero e il nocciolo vanno colonizzando e trasformando in un rado bosco termofilo.

Queste radure altro non sono che il resto dei “segàboi”, le vaste e magre praterie che un tempo rivestivano i versanti del monte ed erano sottese agli usi civici di pascolo e di taglio del fieno magro.

L’aridità e superficialità dei suoli determinano qui e nel vicino Monte Disner un’evoluzione molto lenta, che non di rado è stata vanificata dal fuoco degli incendi.

Uno scenario assai più dolce caratterizza invece la sella che s’interpone tra i due massicci dolomitici, ove isolata e silente sorge l’antica chiesetta dedicata al Battista.

Le semplici fattezze paiono voler celare il prezioso tesoro che vi si conserva, dato dagli affreschi sulla vita del santo che Cristoforo Baschenis, “Il Giovane”, realizzò alla fine del Cinquecento.

Dalla sella (indicazioni) si scende lungo la pista agrosilvopastorale sino all’asfalto di Via Maddalena, lungo cui in breve si torna nuovamente nel centro di Cusio. era necessario fortificare e difendere.

Fonte: Stefano D’Adda, Marco Dusatti, 2015 – Strade Storiche, Valichi e confini – Volume V

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