Le opere della famosa famiglia di frescanti nella loro terra d’origine

I Baschenis: una dinastia di pittori lunga due secoli

“Nell’antico Comune della Valle Averara, fioriva copiosamente la civilissima arte della pittura, da pensare che in ogni casa la si insegnasse ai figli insieme al lavoro.

Questa Terra ebbe da Venezia riconfermati i privilegi goduti sotto i Visconti, compreso l’esonero dall’obbligo del tributo annuale all’ Arcivescovo di Milano, purchè lo si destinasse ad abbellire la Chiesa.” (Silvana Milesi: La stirpe dei Baschenis 1993). E’ proprio in questa Terra di confine che germoglia la stirpe di abili ed instancabili frescanti: I Baschenis.

Il percorso prende inizio da Cassiglio, dove all’esterno della chiesa rimane piuttosto ben conservata una straordinaria Danza Macabra, tra gli esempi più impressionanti di questo lugubre genere, datata 1570-1580 circa e attribuita a Cristoforo III Baschenis Il Vecchio.

Proseguiamo fino a Valtorta, dove nella chiesa di Sant’Antonio Abate alla Torre si possono ammirare gli affreschi della campata, attribuite a Simone II Baschenis, in parte riferibili ad alcune pitture murali trentine firmate dallo stesso pittore.

Ci si sposta quindi nella vicina Ornica dove nell’attuale sacrestia, antico presbiterio, si ammira la splendida volta dipinta da Angelo Baschenis “cum filio suo”, datato 1485.

Si lascia Ornica per risalire la Valle Averara e giungere a Santa Brigida: nell’antica Chiesa Arcipresbiterale, nel nicchione della navata destra, si vedono gli episodi della vita di S. Nicola da Tolentino attribuiti ancora ad Angelo Baschenis per alcune somiglianze con quelli di Ornica. Si raggiunge infine l’abitato di Cusio per passeggiare fino all’oratorio di San Giovanni Battista: al suo interno ammiriamo un ciclo di affreschi che incantano per la semplicità delle scene ed il candore con cui i personaggi recitano la propria parte. Siamo dinanzi alle storie della vita di San Giovanni Battista opera di Cristoforo Baschenis il giovane.

 

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