Parco delle Orobie Bergamasche

I circa 70.000 ettari del Parco delle Orobie bergamasche rappresentano una delle più estese aree protette ad elevata naturalità della Lombardia

Il Parco comprende gran parte del versante meridionale delle Orobie, con imponenti rilievi montuosi che si stagliano fino a oltre 3.000 metri di altitudine ed estese vallate percorse dai fiumi Brembo,

Serio e Dezzo, che solcano rispettivamente le Valli Brembana, Seriana e di Scalve; le numerose valli laterali regalano scenari sorprendenti e talora incontaminati.

Il territorio è assai vario: su queste montagne si trovano infatti estesi boschi, praterie di vario tipo che ospitano flora e fauna di elevatissimo interesse, rupi e ghiaioni pure popolati da specie rare e talora endemiche, ossia esclusive di territori assai ristretti.

Si tratta di un ricco mosaico di ambienti, creati dalla natura e dall’uomo, che costituiscono habitat e ospitano specie tutelati dalla Unione Europea per il loro elevato valore naturalistico.

Per questo importante capitale naturale, il Parco delle Orobie bergamasche è noto come uno dei territori a più elevata biodiversità a livello regionale, nazionale ed europeo.

Gran parte della sua superficie (80% circa) è stato riconosciuto come parte del Sistema Rete Natura 2000, istituendovi Zone di Protezione Speciale (ZPS) e Siti di Importanza Comunitaria (SIC), designati per garantire il mantenimento a lungo termine della biodiversità a livello comunitario.

Il territorio del Parco
La geologia divide il Parco in due settori, separati da un sistema di fratture e scorrimenti conosciuto come Linea insubrica: a nord di questa si trova la catena delle Alpi Orobie,

costituite da rocce cristalline per lo più a reazione acida, scure e antiche, che raggiunge le massime altitudini con il Pizzo Coca (3.050 metri); a sud abbiamo invece i gruppi montuosi

delle Prealpi costituiti da rocce chiare, in prevalenza calcaree e dolomitiche e quindi a reazione basica, di origine sedimentaria e spesso carsicizzate.

Una delle particolarità del Parco è la sua ricchezza d’acqua: numerosi sono i laghi alpini, circa cento, posti soprattutto a cavallo tra le valli Seriana e Brembana; altrettanto numerose le cascate, talora davvero imponenti. Tra tutte spiccano le Cascate del Serio, le più alte d’Italia e le seconde in Europa:

dal Piano del Barbellino, posto alla testata della Val Seriana, le cascate si sviluppano con tre salti successivi, precipitando da un’altezza di 315 metri. Durante il periodo estivo, in occasione delle aperture programmate, circa 10.000 mc di acqua precipitano rombando dai dirupi, in un caratteristico anfiteatro montano.

All’abbondante presenza di acqua sono legati anche i caratteri di estrema naturalità della Val Sanguigno, una delle più belle ed incontaminate zone delle Orobie,

habitat di specie animali e vegetali di importanza scientifico-conservazionistica. Tra le piante segnaliamo soprattutto Lycopodiella inundata e Drosera rotundifolia, tipiche degli ambienti di torbiera; tra gli animali abbiamo Zootoca vivipara carniolica, sottospecie di lucertola assai localizzata, e la rara libellula Leucorrhinia dubia, anch’esse legate alle aree umide.

Nella fascia prealpina, spiccano per peculiarità e bellezza i massicci carbonatici del Monte Arera e della Presolana, preziosi scrigni di biodiversità, popolati da specie botaniche e di invertebrati esclusive, meta di appassionati da tutto il mondo: Galium montis-arerae e Saxifraga presolanensis sanciscono anche nei loro nomi scientifici l’unicità di queste montagne.

Queste montagne, per un insieme di fattori climatici, geografici e geologici, hanno costituito un importate luogo di rifugio nel corso dei mutamenti climatici del Quaternario;

ripetute e lunghe condizioni di isolamento riproduttivo durante le glaciazioni, precedute e seguite da grandi spostamenti di specie verso e da aree più calde,

hanno quindi determinato condizioni favorevoli alla nascita di nuove entità e alla sopravvivenza di specie relitte. Così si originarono numerosi stenoendemiti, che non si trovano altrove nel mondo.

Alle emergenze naturalistiche e paesaggistiche del Parco si aggiungono località significative anche da un punto di vista storico-culturale come la Val Taleggio, la Valtorta e la Val di Scalve.

Quest’ultima, caratterizzata da numerose testimonianze dell’attività mineraria e metallurgica, è collegata alla Val Camonica dalla storica Via Mala, suggestiva strada scavata nella roccia che attraversa l’orrido del torrente Dezzo.

I NOSTRI CONSIGLI

Ai Piani dell’Avaro potete visitare il Centro Parco “Al Ciar”: nell’antica struttura della Baita del Ciar, che ancora oggi mantiene l’impostazione delle baite d’alpeggio di un tempo, potete trovare alcune informazioni sugli alpeggi del Parco

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