Percorsi naturalistici “L’anello dei due Cugno, tra Olmo e Santa Brigida”

Tempo di percorrenza: h 2 circa
Dislivello in salita: m 230 circa
Quota massima: m 770 (località Taina)
Difficoltà: E (Escursionisti)

La partenza

Dal Municipio (m 550; parcheggio) si percorre verso Nord la S.P. 1, qui Viale Roma, sino al primo ponte sul Brembo, realizzato

negli Anni Trenta del Novecento presso il più antico Ponte Vecchio di Olmo, un tempo dotato di un massiccio portone vigilato.

Occhieggiando verso valle all’ex Segheria Pianetti si guadagna l’altra riva del fiume, presso la cinquecentesca Chiesetta di S. Rocco, per poi proseguire a sinistra lungo Via Portici.

Verso la Val di Guèi

Fatti circa 50 metri si è a un evidente bivio: tenendo a destra si esce dall’abitato e lungo una bella mulattiera si fiancheggia e poi si scavalca il Torrente Acqua Nera (Negra), così detto per il colore scuro delle acque.

Al bivio che si presenta dopo il ponticello si va a destra, in direzione di S. Brigida (segnavia CAI 105), seguendo un bel tracciato in falsopiano corredato da una serie di notizie sui manufatti e sugli alberi che lo fiancheggiano. All’ombra di un bosco a tratti formato da una suggestiva fustaia di tiglio si supera un’ansa del torrente (area di sosta) e si raggiungono i prati e gli edifici abbandonati di Prà del Berghèm, al confine tra i comuni di Olmo al Brembo e Santa Brigida.

Qui il sentiero prende gradualmente a salire e in una bella fustaia mista di peccio, tiglio, faggio e frassino maggiore si porta nella breve Val di Guèi e di lì a poco all’omonima Cà (m 725; indicazioni), ove lascia spazio a una carrabile.

Pozzolo e Cugno di sopra

Un breve tratto d’asfalto, lungo una diramazione della “variante bassa” della Via del Ferro, conduce sulla strada comunale per Cugno di sopra (Via Cugno) in corrispondenza di una panoramica selletta tra la Valle dei Morti e la Val di Guéi.

Seguendola in piano a sinistra si toccano le case di Pozzolo, la Chiesetta di S.Giovanni Battista e infine l’aggrumato borgo di Cugno di sopra (o Superiore; m 740), tutto raccolto in una piega protetta e assolata del monte.

Stando alti lo si attraversa in piano, cogliendo le residue tracce della sua matrice rurale, per poi uscire nel prato e guadagnarne il bordo orientale, in corrispondenza di un impluvio (segnavia 5).

Trascurando i sentieri che salgono e scendono il versante, in lieve ascesa si traversa prima un impianto artificiale di peccio e poi i prati di Taina, con begli scorci sui monti Venturosa e Baciamorti.

La presenza di rimboschimenti ma soprattutto di giovani boschi a dominanza di frassino maggiore e acero montano evidenzia la passata destinazione prativa di molte di queste aree, che con l’abbandono sono state velocemente riconquistate dalle specie colonizzatrici.

Il Monte Caravino e Cugno di sotto

Sempre seguendo l’evidente sentiero, con larga curva si prosegue verso levante (appostamento venatorio) e di lì a poco si rientra nel bosco.

Tra terrazzamenti abbandonati, che al prezzo di faticosissime opere di “roncamento” sfruttamento una posizione assolata e riparta dal vento, e magri boschi, che dicono di versanti ripidi e suoli superficiali,

si scende sino a un evidente bivio, ove si continua in piano verso sinistra guadagnando così il crinale orientale del Monte Caravino (Caraì), caratterizzato come dice il nome da pendici franose.

Con due svolte ravvicinate si supera una sorta di dosso e ci si porta poco sotto lo spartiacque, lungo il fianco destro della Val Mora.

Calando gradualmente verso Sud-Est e facendo attenzione ai tratti in cui il sentiero si fa meno evidente, si aggirano le chiare rocce della Corna di Cugno (Corna de Cögn), appartenenti alla formazione geologica del Calcare di Esino, per poi superare alcuni appostamenti venatori e infine raggiungere i prati e le baite di Tiglio (Téi).

Qui il sentiero lascia il posto a una bella mulattiera che unendosi più sotto al tracciato proveniente da Olmo al Brembo (segnavia 1) cala tra le antiche case di Cugno di sotto (o Inferiore; m 550), strategicamente raccolte su una sorta di “cuneo” infilato tra le acque del Torrente Stabina e del Fiume Brembo.

Data una visita al piccolo borgo e alle sue suggestive architetture, si torna all’incrocio posto poco a monte dell’abitato per poi proseguire verso Nord (indicazioni; segnavia 1), di nuovo in ambiente boschivo.

Su sentiero evidente e sostanzialmente piano in circa 15 minuti si raggiunge il ponticello sul Torrente Acqua Nera (m 554), donde ripercorrendo il tracciato dell’andata si torna al Municipio.

Fonte: Stefano D’Adda, Marco Dusatti, 2015 – Boschi, rocce e aspetti naturali, guide di Altobrembo – Volume IV

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