Torri e castelli

Grandi e piccoli segni dell'epoca medievale sparsi sul territorio

Nei secoli passati, in particolare dal Medioevo a seguire, i paesi di Altobrembo si presentavano molto diversi da come li vediamo ora, non solo per il paesaggio agricolo, ma anche per la conformazione dei borghi e degli edifici.

Anche se oggi in molti casi non sono più visibili, attraverso le testimonianze del passato, sappiamo che erano numerose in tutto territorio le strutture fortificate come torri e piccoli castelli, di cui oggi restano alcune preziose tracce.

Il dipinto di Fabio Ronzelli custodito nella chiesetta di San Rocco ci mostra l’assetto di Olmo al Brembo nel 1630, quando l’opera fu eseguita.

L’abitato si presenta tutto raccolto ai piedi di un’alta torre cui presumibilmente erano affidati compiti di difesa e di controllo del cruciale snodo viario costituito dal Ponte Vecchio.

A ridosso di quest’ultimo compare inoltre un portone vigilato che in caso di necessità chiudeva l’accesso al borgo.

Di queste strutture fortificate, come del castello situato sulla sponda sinistra, presso la chiesa parrocchiale, di cui si ha menzione sin dal 1331, oggi non rimane nulla o quasi, così come di molte altre che un tempo caratterizzavano alcuni borghi e siti altobrembani.

Sopra Ponte dell’Acqua, a circa 1.360 metri di quota nel comune di Mezzoldo, troviamo ad esempio il toponimo Castello, citato dal 1653, di cui però oggi non rimangono evidenze. Così anche a Cusio Superiore e Piazzatorre.

A Piazza Brembana la località Castello, presso il confine meridionale del comune, ospitò un insediamento preistorico della prima età del ferro, ma non è certo che vi sia stata anche una fortificazione medioevale.

È invece provato che sul vicino Dosso di San Martino sorgesse una torre, costruita tra il XIV e il XV secolo dal ghibellino Buffone Donati, da cui prese il nome. Gli ultimi resti scomparvero nel XX secolo.

Il toponimo Torre di Valtorta, ove addirittura risultano fortilizi lungo le creste con la Valsassina, indica la contrada posta oltre la Val Frasnida, che un tempo ospitava un alto e massiccio edificio di cui si conservano i resti della porzione basale.

Le strutture fortificate “più integre” dell’Alto Brembo si concentrano ad Averara: le più note sono le torri poste sui due versanti della Val Mora, una dirimpetto all’altra, a controllo delle antiche strade di valle, la Via Mercatorum e la Via del Ferro, che qui si incrociavano.

Quella di levante è detta Torre della Fontana, perché soprastante l’omonima contrada, quella di ponente Torre sopra la Corna, in quanto posta sopra una roccia che a Nord strapiomba sulla Valle del Lavino.

Oggi rimangono solo gli imponenti basamenti di strutture d’avvistamento riferite al XIII-XIV secolo, che originariamente si elevavano per circa 18 e 12 metri rispettivamente.

Poco sopra la Torre della Fontana, lungo l’antica strada per Redivo, sorgono i resti del Castello di Averara, un edificio del XIII secolo che a inizio Novecento fu parzialmente demolito per far posto all’attigua casa.

Sul lato occidentale sono ben visibili un portale parzialmente tamponato e due finestre, una con cornici in pietra a sesto leggermente acuto e l’altra con profili affrescati.

Un dipinto conservato nella parrocchiale di Averara ritrae l’edificio e la torre sottostante ancora integri, così come erano nel XVII secolo.

 

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Tratto da: “Le guide di Altobrembo, volume I – Borghi, chiese ed edifici storici”, a cura di Stefano D’Adda e Marco Dusatti

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