Casa dei Rovelli intarsiatori
Cusio
La famiglia Rovelli “marangoni” cioè falegnami, abitava da generazioni in Cusio Superiore,
contrada che nel ‘400 faceva parte del comune di Averara di cui era la Quadra di Sopra.
All’inizio del ‘600 Francesco di Simone Rovelli, abitava questa casa “murata, porticata, solerata, zovata, lobiata e piotata”, ossia costruita con solide mura e grande portale d’ingresso in pietra ad arco bisellato,
con bordo a cornice, con portico al piano terra su cui si affacciava la bottega di falegnami, con più solette in travi ricoperte da pavimenti in assiti, con balconi in legno, le caratteristiche “lobie”
e con il tetto coperto di ardesie. In questa casa ebbe bottega Antonio Rovelli (1641-1710)
e poi il figlio Ambrogio (1674-1747), che nei contratti diceva aver bottega “alla fontana di Cusio”.
Nel 1794 parte di questa grande casa, quella verso lo slargo della fontana, fu ceduta da Angelo, fu Gian Maria, che ormai abitava a Bergamo, a Gio.
Battista Anatalone Paleni, mentre la casa di Antonio era ancora abitata da Giuseppe di Lorenzo Rovelli.
Sulla casa vi era un affresco con Madonna e Santi datato 1603, donato al parroco don Giacomo Beretta nel 1966 e del quale resta ancora il secondo strato.
In questa casa rimane poi un passaggio sotterraneo che attraversava la strada e portava in una cantina verso la chiesa e che la gente diceva portasse un tempo fino a Cusio Basso.
In questa bottega di marangoni, intagliatori ed intarsiatori, lavorarono, il capostipite Antonio con i figli Giuseppe, Antonio, Giovan Maria, Francesco e Gio.
Battista ed il pronipote Lorenzo fino al 1854.
Nella bottega Rovelli apprese l’arte dell’intaglio e dell’intarsio Gio. Paolo Caniana (1669-1749)
di Romano, qui presente dal 1685 al 1690, quando il 23 agosto sposò Caterina Guarinoni di Averara dove poi andò ad abitare prima di spostarsi ad Alzano dove sarà impegnato,
con il più famoso fratello Gian Battista, nella realizzazione della nota sacrestia.