Arte & Cultura
La storia degli insediamenti umani nell’Altobrembo Occcidentale è complessa, e per tanti aspetti ancora ignota.
I toponimi Torcola, Ancogno e Cullo, tutt’oggi in uso, sono citati in una pergamena del 1093, e alla stregua di molti altri (Averara, Mezzoldo, Olmo, Piazza) sono vecchi di almeno 1000 anni.
La presenza di toponimi consolidati nel secoli XI e XII è indice di una radicazione antropica molto antica, che trova riscontro negli studi toponomastici ed archeologici.
I BORGHI ANTICHI
L’origine di molti abitati altobrembani, dai quali presero forma alcuni degli attuali paesi, è probabilmente collocabile tra il tardo antico e l’alto Medioevo
e fu contestuale alla primitiva organizzazione viaria connessa allo sfruttamento dei pascoli, dei boschi e delle miniere.
Risali a quei tempi lontani la scelta dei luoghi più adatti all’abitazione in base alla quota, all’esposizione, alla giacitura e all’assenza di pericoli quali valanghe e frane, alla disponibilità di acqua e di altre risorse naturali.
Pian piano altri nuclei presero corpo attraverso la costruzione di edifici più solidi, grandi e complessi. Questo graduale processo insediativo fu condizionato da esigenze difensive, commerciali e produttive che determinarono la comparsa di fortilizi, portici, slarghi, stalle, forni, officine e località multifunzionali.
E anche dalla comparsa dei primitivi luoghi di culto, che però potevano collocarsi anche in siti isolati.
Numerosi sono i borghi antichi sparsi sul territorio di Altobrembo, punti cruciali della cultura contadina di tempi che sembrano ormai lontani:
- Valmoresca e Caprile lungo la Via Mercatorum
- Sparavera e Scaluggio lungo la Priula
- Rava Cantello e Grasso intorno a Valtorta
… e tanti altri borghi che mantengono al loro interno tutte le tracce della tradizione.
LE ATTIVITÀ STORICHE
I borghi valligiani sono ancora oggi i testimoni delle caratteristiche architettoniche tradizionali e delle attività di un tempo, e custodiscono al loro interno angoli semplici ma di una bellezza entusiasmante.
Nei paesi sorgevano i mulini, i magli e le fucine che servivano per sfamare le famiglie locali, a testimonianza di un’economia di sussistenza dove l’attività agricola,
insieme all’allevamento, costituivano l’unica modalità di sopravvivenza. Oggi si trovano a Cusio e Valtorta mulini e magli visitabili e ancora funzionanti.