Rocce Altobrembane

A partire da circa 90 milioni di anni fa, verso la fine del Mesozoico, imponenti movimenti della crosta terrestre fecero dapprima avvicinare e poi scontrare il continente euro-asiatico e quello africano.

Da questa ciclopica collisione prese origine la catena alpina.

Nella zona delle Orobie le rocce si sollevarono, piegarono e accavallarono, determinando una caratteristica sovrapposizione delle formazioni più antiche su quelle recenti. Durante questo lungo processo, che prende il nome di orogenesi alpina, si crearono numerose faglie, ovvero fratture accompagnate dallo spostamento delle masse rocciose coinvolte.

Nel territorio dell’Alto Brembo una grossa faglia con direzione Ovest-Est, detta “Linea Valtorta-Valcanale”, divide le più antiche e scure rocce di natura silicatica, a Nord, da quelle più recenti e chiare di natura carbonatica.

Questa sorta di lunga spaccatura, che ha come estremi il Passo del Cedrino a ponente e il Passo della Marogella a levante, è insomma la linea divisoria tra Alpi Orobie e Prealpi Bergamasche. In realtà alcuni rilievi carbonatici si osservano anche a Nord di questa faglia (come i gruppi Cavallo-Secco e La Corna-Faino), ma rappresentano dei “klippen” ossia porzioni di unità isolate che nello scivolamento (sovrascorrimento) verso Sud si sono fermate prima delle altre.

Tra le rocce carbonatiche spiccano i grossi strati di calcare grigio chiaro del Calcare di Esino, che formano il gruppo montuoso Cavallo-Secco, la Corna di Cugno e quella del Dente sopra Olmo e le pareti rocciose del fondovalle tra Averara e Piazza Brembana.

Si tratta di rocce triassiche, vecchie di 240 milioni di anni, generatesi sul fondo di un mare tropicale, il cosiddetto Mare della Tetide, attraverso la lenta sedimentazione e cementazione di sabbie calcaree, resti di conchiglie e coralli. Nel medesimo ambiente marino, ma in tempi successivi (circa 220 milioni di anni fa), si sono formate anche le rocce grigio chiare della Dolomia Principale, che caratterizzano la parte meridionale del territorio di Valtorta, Ornica e Cusio e formano numerosi rilevi montuosi tra cui la Corna Grande, il Pizzo di Cusio e il Monte Disner. Tra le rocce silicatiche quelle più diffuse appartengono alla Formazione del Collio, un aggregato litoide di vario colore, prevalentemente grigio-verdastro e talvolta nerastro, che presenta sia un’origine vulcanica che terrigena e che troviamo nella parti medio-alte delle valli Inferno e Salmurano e nei settori elevati della valli Mora e di Mezzoldo.

Parlare di vulcani per l’Alto Brembo pare fuori luogo ma in effetti ci fu un periodo, circa 280 milioni di anni fa, in cui l’area vide un’intesa attività eruttiva accompagnata da fenomeni di erosione e accumulo in grandi bacini lacustri dei materiali espulsi dai crateri e delle rocce che già allora esistevano e che formavano l’antica catena Varisica, precedente a quella alpina.

Da alcune di queste rocce, tipicamente “foliate” dall’orogenesi alpina, si estraggono oggi le note ardesie usate per coprire i tetti. Una delle formazioni silicatiche più singolari è infine quella del Verrucano Lombardo, una potente successione di conglomerati e arenarie dal tipico colore rosso-violaceo dovuto all’ossidazione dei sedimenti in un contesto climatico semiarido.

Queste compatte rocce, volgarmente chiamate “sas ress” o “sas seréss”, affiorano sul Monte Torcola e in maniera continua lungo una fascia posta poco a Sud del crinale orobico, tra la Cima di Camisolo, il Pizzo di Giacomo e l’alta Val Mora.

 

Tratto da: “Le guide di Altobrembo, volume IV – Boschi, rocce e aspetti naturali”, a cura di Stefano D’Adda e Marco Dusatti

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