Acquacalda e Cigadola
Due borghi sulle direttici di un tempo
CIGADOLA o SIGADOLA
Il borgo di Cigadola o Sigadola si trova a 708 m s.l.m., e si presenta come un incantevole gruppo di antiche case circondato da prati e boschi, raggiungibile solo a piedi. Tra gli edifici si scorgono chiaramente particolari di costruzioni riconducibili al Medioevo, ancora oggi conservati e piacevolmente ammirabili.
La piccola contrada, pur facendo parte del Comune di Olmo, fu per secoli sotto la giurisdizione della parrocchia di Piazzatorre, anche se presto si fecero sentire spinte per l’unione a quella di Olmo, più comoda e più vicina.
Dopo un tentativo del 1699 e le richieste in occasione delle visite pastorali del 1883 e 1906, il vescovo Radini Tedeschi sottopone la questione tramite un referendum popolare.
Dei dodici capifamiglia undici optano per passare a Olmo e solo una famiglia Arizzi decide di rimanere con Piazzatorre. Un decreto datato 26 febbraio 1907 dispone che la chiesa di Sant’ Antonio di Cigadola venga incorporata alla parrocchiale di Olmo.
La famiglia Melania Arizzi, che voleva rimanere legata a Piazzatorre, ebbe dal vescovo il permesso di restare a far parte di questa parrocchia con il diritto di invitare il parroco per la celebrazione dei sacramenti nella chiesetta.
Nel 1934 Il vescovo monsignor Adriano Berna reggi concesse a Giacomo Arizzi, figlio di Melania, di far parte della parrocchia di Piazzatorre ancora per altri 10 anni.
La famiglia Arizzi dal 1945 ha dovuto accettare l’aggregazione a Olmo e i fabbriceri di Piazzatorre, considerata la nuova condizione amministrativa, hanno preteso la restituzione degli arredi della chiesa la contrada e la chiesetta in essa eretta entrano a far parte della Parrocchia di Olmo nel 1907.
Nella contrada, che mostra edifici e portalini medievali, si trova un frammento di affresco del 1630 con la Madonna, San Sebastiano e San Rocco, sotto il quale sembra di intravederne uno precedente e la scritta, poco leggibile, “per divozione anno pestilentiorum 1630″.
La piccola chiesa dedicata a Sant’Antonio da Padova presenta la facciata nella tradizionale forma a capanna con portale affiancato da due finestre e una a lunetta nella parte superiore; sulla sinistra il volume della sagrestia. Internamente si presenta a navata unica coperta da volta a botte. Il presbiterio, rialzato di un gradino, ha un’apertura sul lato di sinistra immette nella sagrestia con soffitto piano.
Una pala d’altare raffigurante Sant’Antonio da Padova e San Domenico è datata XVIII sec. L’Arredamento è in legno di ciliegio.
ACQUACALDA
Questo antico borgo, oggi lontano dalle vie di grande transito, era un tempo posto lungo la cosiddetta Via del Ferro verso Mezzoldo ed era un passaggio importante per i Grigioni. Come altri borghi della Valle presenta un piccolo tratto di strada porticata, che testimonia l’antica funzione di luogo di transito e ristoro per i viandanti, prima di proseguire la lunga salita verso il Passo San Marco.